Un fotografo surrealista: Henri Cartier Bresson

Il link di oggi porta ad alcuni articoli scritti da Adam Marelli che prendono in esame, con una chiave di lettura particolarmente interessante, l’opera e la poetica del fotografo forse più conosciuto della storia della fotografia: Henri Cartier Bresson.

Dopo la sua mostra presso il Museo di Arte Moderna nel 1947 Robert Capa suggerì a Cartier-Bresson di smettere di farsi chiamare Fotografo Surrealista. Anni dopo Cartier Bresson ammise che il consiglio di Capa era corretto. Capa si preoccupava per la carriera commerciale del grande fotografo francese. Per questo riteneva molto più opportuno che si autodefinisse  “fotogiornalista”.

Resta da chiedersi perché Bresson avesse scelto il surrealismo per inquadrare il suo lavoro.

Adam Marelli tenta di dare delle risposte attraverso un’analisi della sua carriera ed una critica approfondita di molte immagini.

Risposte anche discutibili e controverse, ma la lettura è gradevole e, a tratti, illuminante. Richiede però un po’ di tempo e di calma da poter dedicare anche alla nostra riflessione. Prendetevi un paio d’ore, ne vale la pena.

Gli articoli originali in lingua inglese propongono, naturalmente,  la migliore e più completa lettura.

Per chi non ha dimestichezza con la lingua d’oltremanica, esiste la versione in italiano (quasi completa) divisa in quattro parti:

parte I

parte II

parte III

parte IV

Un grazie ad Alberto Cabas Vidani che si è assunto l’onere della traduzione.

Buona lettura!

Franco Bovo

 

foto: INDIA. Gujarat. Ahmedabad. 1966. © Henri Cartier-Bresson

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