L’insondabile fotografico

Prendiamo la Sontag, Barthes,  Vaccari e Ghirri.   Poi Freud, Lacan e qualche altro del ramo.  Aggiungiamo ancora una trentina di nomi, buttiamo tutto in un libro e facciamo rimescolare da uno psicoterapeuta –fotografo.  Otterremo “L’esuberanza dell’ombra”,  un libretto di una settantina di pagine  scritto da Carlo Riggi.

Il sottotitolo “Riflessioni su fotografia e psicoanalisi” mi aveva fatto temere:  non volevo imbattermi in un mattone semi-incomprensibile, per addetti ai lavori.
Niente di più sbagliato,  è per tutti, la lettura fila via liscia come l’olio.  Il target è veramente… trasversale:  per chi è un po’ a digiuno questo denso snocciolamento di concetti è sicuramente interessante e salvifico, non può che stimolare ulteriori approfondimenti; ma sono sicuro che anche chi ha la biblioteca zeppa di saggi sulla fotografia lo troverà piacevole e spesso intrigante.
Ed in effetti se è possibile esaurire velocemente le 70 paginette, è anche vero che su ogni riflessione ci si potrebbe fermare una vita.

Trasversale è anche la trattazione: un ricamo leggero, di liaison in liaison fra inconsci ottici e tecnologici,  arte e psicologia, incisività e nebulosità…  i capitoletti si succedono come una chiacchierata, e se proprio vogliamo individuare un filo conduttore  questo è un silenzioso approccio fotografico teso a fare emergere l’invisibile (si ondeggia intorno alla linea portante  di “la luce e le cose”, di cui avevamo parlato qui), con buona pace di coloro che privilegiano solo il lato documentaristico o social.  Questo libro non è fatto per loro… o forse proprio il contrario.

Claude Belime

“La verità è sempre altrove rispetto alle sue formalizzazioni” (Lacan)

“Un verso solo può esigere molte ore; ma se non sembra il dono di un attimo, il nostro tessere e il nostro disfare sono inutili” (H.B. Yeats)

“la fotografia dev’essere silenziosa: non è questione di discrezione, ma di musica.” (R. Barthes)

Qui una recensione più completa.   Buona lettura.

(foto di Claude Belime)

Giuseppe Pagano

4 pensieri su “L’insondabile fotografico

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